Informazioni

Nella Casa della Cultura Alda Merini è conservato l'archivio storico del Comune di Barberino Val d'Elsa che fino al 1892 comprendeva anche il territorio dell'attuale Comune di Tavarnelle, con le frazioni di Sambuca Val di Pesa e San Donato in Poggio. La parte più antica dell'archivio comunale è tuttavia conservata per motivi imprecisabili nell'archivio comunale di Barberino di Mugello. Si tratta di 31 pezzi riguardanti saldi e dazzaioli della podesteria di san Donato in Poggio (1421-1670).

Secondo G.Valdarni, autore di alcune brevi note sulla storia della comunità di Barberino Val d'Elsa pubblicate per cura dal Comune in occasione del VII centenario della nascita di Francesco da Barberino, l'archivio era praticamente inutilizzabile: questo per vicende dell'ultima guerra, l'usura dei tempi e l'incuria della conservazione'. In realtà non sembra che la guerra abbia costituito una causa di dispersione per gli antichi documenti dell'archivio, mentre l'incuria ha creato notevoli danni. Durante il lavoro di riordino è stato infatti notato che i passato gli impiegati comunali hanno riordinato piuù volte i documenti antichi, mano a mano che l'apertura di nuove serie e il moltiplicarsi degli atti poneva problemi per il loro reperimento, seguendo procedure errate dal punto di vista archivistico. Questa attenzione ha permesso che le serie essenziali arrivassero in gran parte fino a noi, ma ci sono stati in passato degli smarrimenti, soprattutto del materiale più vecchio. Numerose vicissitudini ha subito l'archivio nel corso del tempo e sono stati redatti diversi inventari, dalla fine dell'Ottocento.

In occasione del recente riordino l'archivio è stato diviso in due parti, ponendo come data discriminante il 1865, seguendo una consuetudine ormai affermata e che trova la sua origine nell'anno di applicazione della legge comunale e provinciale del Regno d'Italia (R.D. 8 giugno 1865, n.2321).  All'interno di queste sezioni il criterio seguito è stato quello di seguire il piu' possibile la struttura degli uffici che avevano emesso i documenti: là dove si è verificate la consuetudine a creare settori separati, si è cercato di conservare un ordinamento autonomo. Il problema fondamentale del riordinamento è stato quello di dare all'archivio una struttura che, da un lato, individuasse alcune categorie di documenti ormai del tutto conclusi per l'estinzione degli uffici che li avevano prodotti (ad es. i documenti pre-unitari), dall'altro permettesse un aggiornamento delle serie fondamentali (protocolli, deliberazioni, ecc.) col nuovo materiale venuto via via a far parte della sezione separata d'archivio. In pratica occorreva un ordinamento che contemperasse i vantaggi delle serie 'chiuse' e di quelle 'aperte'. Così è stato diviso l'archivio in tre sezioni: pre-unitaria, post-unitaria e archivi aggregati. Alla prima sezione è stata data una struttura 'chiusa', con numerazione continua, distinguendo le serie sulla base della differenziazione concreta dei documenti e utilizzando anche le vecchie segnature archivistiche. Per la seconda è stato scelto un ordinamento, per gran parte 'aperto'. Sono state create 13 serie, distinte da lettere dell'alfabeto; undici di esse sono 'aperte' e comprendono documenti di cui si prevede un accrescimento costante nel futuro (Deliberazioni, Protocolli, Carteggi). Due serie, invece, hanno una struttura diversa. Comprendono tutti quei documenti che non avevano una continuità cronologica o un volume materiale tali da poter impostare con essi delle serie autonome. Il materiale anteriore al 1930 è stato così organizzato in una serie 'chiusa' ('L'), distinta in sotto-serie a seconda dei vari gruppi di affari (Amministrazione, Affari militari, ecc.). L'altra serie, infine, comprende i documenti analoghi a questi e successivi al 1930, raggruppati per anno e disposti cronologicamente. Essa è in via di esaurimento in quanto la maggior parte dei documenti che vi sono contenuti tendono negli anni successivi ad essere uniti al carteggio, distribuiti nelle varie categorie. La data 1930 scelta come separazione tra le due serie, trova la sua giustificazione nel particolare tipo di organizzazione che caratterizza i carteggi dell'archivio di Barberino. A partire dal 1849 sino al 1928 circa e' stato usato un titolario che forse ha costituito il tratto d'unione piu' notevole nel corso della vita dell'archivio; non trattandosi di un raggruppamento momentaneo durato pochi anni e presentandosi alternativo anche nel sistema delle quindici categorie in periodo in cui quest'ultimo si era ormai generalizzato, è stato mantenuto nell'ordinamento. Eccone lo schema:

1 - Amministrazione

2 - Agricoltura, industria e commercio

3 - Beneficenza

4 - Boschi, miniere ed acque pubbliche

5 - Contabilita'

6 - Contribuzioni dirette e tasse comunali

7 - Culto

8 - 'Giuridico' (carteggio con la prefettura, ecc.)

9 - Governo

10- Istruzione

11- Leva

12- Congregazioni di carita'; spedalita'

13- Opere pubbliche

14- Personale amministrativo

15- Polizia urbana e rurale

16- Gabelle e Dotto

17- Sanita'

18- Sicurezza pubblica e giustizia

19- Stato civile

20- Servizio dei donzelli (cantonieri)

Nell'inventario sono stati usati numeri arabi per indicare le categorie riconducibili al vecchio schema e numeri romani per le quindici categorie attuali. Alcune serie, soprattutto nella sezione pre-unitaria, comprendono documenti tutti uguali tra di loro (Deliberazioni, Dazzaioli, ecc.) mentre altre delineano semplicemente gruppi di competenze. Ciò deriva dalla necessità di riprodurre in modo piu' fedelmente possibile la struttura dell'archivio quale si è venuta formando nel corso della sua storia.

Il riordino dell'archivio deve ancora essere completato

Riferimenti e contatti

Ufficio
Casa della Cultura 'A. Merini'
Indirizzo
Via Mannucci, 11 - 50021 Barberino Val d'Elsa
Tel
055 8052490
Fax
055 8052291
E-mail
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